Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) Il sindaco della città Achille Variati è intervenuto così sull’importante avvicendamento: «Un caloroso in bocca al lupo a chi da oggi guiderà le sorti del Vicenza Calcio. Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Il Vicenza Calcio venduto ai nuovi proprietari per 1.001 euro, sì proprio mille e uno. Sergio Cassingena è l’ormai vecchio proprietario del Vicenza. Le firme, di Cassingena e Pastorelli, hanno sancito il passaggio delle consegne. Il 92 per cento delle quote del Vicenza calcio che erano detenute dalla finanziaria Finalfa, presieduta da Sergio Cassingena. Il sistema informativo territoriale e’ stato realizzato dalla Agriconsulting Spa di Roma, societa’ leader sia in Italia che all’estero nel campo delle politiche ambientali ed in particolare nell’elaborazione degli strumenti di pianificazione in ambiente Gis. Berlusconi dice: «Sono stato informato poco e male». «Sono felice di aver lasciato il Vicenza nelle mani dei vicentini» – la sua unica dichiarazione a firme fatte. Il principale creditore del Vicenza è l’Agenzia delle Entrate che avanza 7 milioni di euro di Iva arretrata e si capisce bene perché sia stato fondamentale da parte di Vi.Fin.
Proprio mentre stava invece prendendo corpo l’iniziativa della Vi.Fin. Giulio Bizzotto è atteso per la firma del suo primo contratto da professionista, Claudio Coralli, invece, cerca la riconferma in serie B. Per quest’ultimo l’ostacolo più grande è rappresentato dal regolamento imposto dalla Figc nella composizione della rosa dei giocatori: soltanto diciotto elementi, infatti, possono essere Over 21, mentre è previsto un numero illimitato di under 21. È consentito, infine, l’inserimento di due giocatori cosiddetti “bandiera”, che abbiamo militato con la stessa squadra per tre stagioni (un calciatore) e quattro stagioni (l’altro), anche non consecutive. In due periodi della sua storia (1959-1975 e 1981-1986), nella denominazione della squadra clivense comparve il nome della ditta sponsorizzatrice, mentre nel 1990, l’allora presidente Luigi Campedelli decise di cambiare in «ChievoVerona» la denominazione del club, per identificarlo maggiormente con la città di Verona. Se ne desume che riducendo il PM10 ad una media di 30m g/m3 si potrebbero prevenire circa 3.500 morti all’anno soltanto nelle otto città più grandi.
Ora il nuovo passaggio di proprietà è avvenuto su tutt’altre basi. Da parte dell’amministrazione comunale c’è la massima disponibilità a collaborare, lavorando insieme per riportare il Lane ai vertici del calcio, come meritano i tifosi biancorossi».I tifosi hanno salutato il passaggio di testimone come l’uscita da un tunnel. La delibera di indirizzo votata in Consiglio comunale pone regole ferree, certamente inusuali fino ad ora. Sarà davvero così? Ce lo auguriamo tutti. Una proposta che sarà fomalizzata nei prossimi giorni S.R. Un principe felice e gentile, che presto sarà re. Fin, presieduta da Pastorelli, ad esercitare il diritto d’opzione sulle azioni del club di via Schio detenute da Finalfa, è avvenuto nello studio del notaio Leopoldo D’Ercole, in corso Palladio. Senonché, la Camera investigativa della UEFA nel 2013 indagò sulle sponsorizzazioni in favore della squadra di calcio parigina, arrivando a conclusione che i 215 milioni di euro incassati grazie all’autorità per il turismo del Qatar fossero di gran lunga superiori al valore di mercato dello sponsor.
“uccidere” il mio avversario, nel senso buono del termine. La gita in Cardiff è finita , e decido di avviarmi verso la stazione , che dopo non pochi problemi per cercare di capire quale sia il mio treno a causa di tabelloni elettrici solo in cymru , riesco a salire sul mio vagone , lasciando il Galles ed una terra che mi ha veramante colpito e del quale ne sono veramente innamorato . Ci sono decine di persone senza abitazioni e senza tetto e ci sono state due vittime. Forte. Sempre.” per due partite di campionato, in concomitanza con la campagna di comunicazione a sostegno del rebranding dei negozi. Se uno nasce a San Giorgio a Cremano alle porte di Napoli ma nel cuore di una periferia disastrata, ancora campagna, non ancora città, e cresce in una casa piccola e sovraffollata con cinque fratelli, due genitori, due nonni e cinque nipoti, o si chiama Massimo Troisi o si rassegna all’anonimato fin dall’infanzia.
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